HomeAstronomiaVerso l'era di Hera nello spazio: il futuro è alle porte!

Verso l’era di Hera nello spazio: il futuro è alle porte!

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Missione Hera di ESA

Una settimana prima dell’apertura della finestra di lancio della missione Hera dell’ESA, questo scatto di gruppo mostra i membri dei team ESA e OHB mentre effettuano gli ultimi test sul veicolo spaziale. La foto è stata scattata all’interno della North Integration Cell della SpaceX Payload Processing Facility, situata alla Cape Canaveral Space Force Station in Florida. Hera è stata ora riempita di propellente e come prossimo passo attende di essere incapsulata all’interno del razzo di lancio.

Destinata al lancio su un razzo Falcon 9, Hera rappresenta la prima missione di difesa planetaria dell’ESA, diretta verso un obiettivo unico tra i 1,3 milioni di asteroidi conosciuti nel nostro Sistema Solare. Se un asteroide in rotta di collisione dovesse minacciare la Terra, cosa potrebbero fare le persone al riguardo? Il 26 settembre 2022, la missione DART della NASA ha effettuato il primo test di deflessione di asteroidi da parte dell’umanità, colpendo il moonlet Dimorphos, grande quanto la Grande Piramide. Il risultato è stato uno spostamento nella sua orbita attorno all’asteroide principale Didymos, delle dimensioni di una montagna.

Successivamente, arriva il contributo dell’ESA a questa collaborazione internazionale: la missione Hera tornerà a Dimorphos per raccogliere dati vitali dettagliati sul corpo deflesso, trasformando il grande esperimento di DART in una tecnica di difesa planetaria ben compresa e potenzialmente ripetibile. La missione eseguirà anche l’esplorazione più dettagliata fino ad oggi di un sistema di asteroidi binari: anche se i sistemi binari rappresentano il 15% di tutti gli asteroidi conosciuti, non sono mai stati studiati in dettaglio. Hera condurrà inoltre esperimenti dimostrativi tecnologici, inclusi il dispiegamento dei primi ‘CubeSats’ dell’ESA per lo spazio profondo – veicoli spaziali delle dimensioni di una scatola di scarpe che si avventureranno più vicini rispetto alla missione principale e poi atterreranno – e un ambizioso test di ‘guida autonoma’ per il veicolo spaziale principale, basato sulla navigazione visiva.


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