Il transito astronomico si riferisce al movimento di un piccolo corpo celeste che attraversa il disco di un corpo molto più grande. A differenza di un’eclissi, in cui si verifica una occultazione significativa, un transito indica un evento in cui il corpo più vicino e più piccolo appare chiaramente più ridotto, senza coprire completamente l’altro corpo. Questo fenomeno è particolarmente interessante nella pratica astronomica, dove è essenziale capire le dinamiche relative tra questi corpi celesti.
I transiti sono generalmente osservati da posizioni strategiche. Per esempio, quando Mercurio transita davanti al Sole come visto da Venere o quando la luna Io attraversa Giove visibile dalla Terra, possiamo apprezzare la complessità di questi eventi. La Terra potrebbe essere osservata transitare davanti al Sole da Marte. Sebbene la regola generale stabilisca che i transiti siano osservabili solo dai pianeti inferiori, ci sono occasioni in cui un pianeta può transitare davanti a un altro, dipendendo dalla specifica posizione di osservazione.
In circostanze rare, un pianeta può transitare davanti a un altro corpo e questo può essere visibile dalla Terra. Tuttavia, il prossimo evento di questo tipo si verificherà nel 2065, precisamente il 2 novembre, quando Venere transiterà davanti a Giove. Questo, tuttavia, avverrà a una certa distanza angolare dal Sole, rendendolo invisibile a occhio nudo e protetto.
Un transito astronomico è caratterizzato da quattro fasi principali: il primo contatto, in cui il corpo più piccolo si avvicina ma rimane completamente esterno al corpo più grande. Il secondo contatto si verifica quando il corpo più piccolo è interamente all’interno del disco del corpo grande. Il terzo contatto mostra il corpo più piccolo che, pur essendo ancora intero, inizia a spostarsi verso l’esterno; infine, nel quarto contatto, il corpo più piccolo si trova completamente al di fuori del disco del corpo più grande.
Per osservare i transiti, esiste uno strumento appositamente progettato. Questo strumento è adattato per studiare posizioni e movimenti celesti, e la rotazione dell’oggetto permette all’asse di muoversi solo nel piano pertinente, offrendo una stabilità eccezionale che è difficile da ottenere con i telescopi tradizionali.