Attualmente, ci troviamo di fronte a una sfida significativa nell’elaborazione dei dati raccolti dal Solar Dynamics Observatory (SDO) di NASA e dal satellite IRIS, a causa di un’improvvisa rottura di una conduttura. Questa conduttura, un tubo di raffreddamento di 10 centimetri situato in una sala server presso il Joint Science Operations Center di Stanford, California, ha ceduto il 26 novembre. “L’incidente ha causato inondazioni estese nell’edificio, causando danni notevoli ai laboratori che ospitano le apparecchiature dedicate all’elaborazione e distribuzione dei dati provenienti dagli strumenti Helioseismic and Magnetic Imager (HMI) e Atmospheric Imaging Array (AIA)”, hanno comunicato i membri del team JSOC in un aggiornamento del 27 novembre. “Attualmente, non siamo in grado di stimare quanto tempo richiederà per valutare i danni, riparare i dispositivi e completare il recupero”, hanno continuato. “Sappiamo tuttavia che i danni sono ampi e che le riparazioni non saranno completate prima del 2025.”Correlati: Solar Dynamics Observatory: Alla scoperta dei segreti del campo magnetico del soleHMI e AIA rappresentano due degli strumenti scientifici principali dello SDO. Secondo l’aggiornamento, i dati raccolti dal terzo strumento, l’Extreme Ultraviolet Variability Experiment (EVE), non sono stati influenzati dall’inondazione recente.
Il satellite IRIS (Interface Region Imaging Spectrograph), dedicato allo studio del Sole, è stato lanciato in orbita terrestre nel giugno 2013. Dall’inizio delle osservazioni nel 2010, SDO ha fornito un contributo significativo nella comprensione dell’impatto dell’attività solare sulla vita terrestre.
Nonostante l’inondazione nella sala server, la situazione non è catastrofica; non influisce sul funzionamento di SDO e IRIS, entrambe in buone condizioni in orbita terrestre. “L’acquisizione dei dati procede senza intoppi e al momento non prevediamo perdite di dati nuovi o storici”, ha riferito il team JSOC nell’aggiornamento. “Tuttavia, il sistema di acquisizione e distribuzione dei dati non è in grado di elaborare nuove informazioni (dopo il 26 novembre 2024), il che comporterà ritardi significativi nella disponibilità di tali dati.”