Quando un meteoroide o qualsiasi altro detrito spaziale entra nell’atmosfera terrestre, viene definito meteorite. I campioni che riusciamo a recuperare dopo l’impatto sono davvero straordinari, grazie alle loro peculiarità nella composizione chimica rispetto alle rocce presenti su questo pianeta. Alcuni di questi meteoriti sono classificati come condriti.
Cosa si intende per condrite? Essenzialmente, è un meteorite roccioso che contiene chondruli, che sono piccole sfere di materiale fuso incorporate nella sua superficie. I chondruli si formano nello spazio a temperature elevate, ma successivamente si raffreddano, si solidificano e si uniscono con le condriti. Gli scienziati ipotizzano che queste strutture fossero costituite da polveri e piccoli granelli già presenti nel primordiale Sistema Solare.
Esistono 15 gruppi distinti di condriti, classificati in base alla loro composizione chimica, mineralogia e presenza di isotopi dell’ossigeno. Tra questi, i condriti carbonacei sono rari e costituiscono il 5% dei meteoriti che raggiungono la Terra.
I condriti carbonacei contengono percentuali elevate di acqua, fino al 20%. Sono anche presenti composti organici, in particolare solfuri, silicati e ossidi. Minerali come serpentinite e olivina possono anch’essi essere rinvenuti.
Inoltre, i condriti carbonacei sono ulteriormente suddivisi in base alle differenze nella loro composizione chimica, come la presenza di cristalli. Questi gruppi sono stati denominati in onore del primo condrite di rilievo scoperto, e comprendono: gruppo CI (dal meteorite Ivuna), gruppo CV (dal meteorite Vigarano), gruppo CM (dal meteorite Mighei), gruppo CR (dal meteorite 2 Pallas), gruppo CH (queste condriti contengono percentuali ‘elevate’ di metallo), gruppo CB (dal meteorite Bencubbin), gruppo CK (dal meteorite Karoonda), gruppo CO e altri condriti carbonacei non classificati.
È stato trovato un condrite carbonaceo in Marocco.