L’atmosfera esterna di Saturno è principalmente composta da idrogeno molecolare, che costituisce circa il 96,3%, e da elio, che ne rappresenta il 3,25%. Le percentuali restanti includono piccole quantità di acetilene, ammoniaca, fosfina, metano ed etano. Le nuvole che si trovano nella parte superiore dell’atmosfera di Saturno sono formate da cristalli di ammoniaca, mentre quelle più in basso sono costituite principalmente da acqua (H2O) o idrosolfuro di ammonio. È interessante notare che la presenza di elio su Saturno è significativamente ridotta.
L’atmosfera di Saturno presenta un caratteristico schema a bande. I venti che spirano nel suo ambiente sono tra i più veloci del Sistema Solare, con velocità che possono raggiungere i 500 m/s, come rilevato dalla sonda Voyager. Sono stati registrati ovali stabili nell’atmosfera di Saturno, un fenomeno affascinante. Nel 1991, il telescopio spaziale Hubble ha scoperto una grande nuvola bianca vicino all’equatore, un evento che non era stato evidenziato durante le orbitazioni precedenti della Voyager. Questa formazione è stata soprannominata “Grande Macchia Bianca” e rappresenta una tempesta che si verifica circa una volta all’anno su Saturno. È importante sottolineare che un anno su Saturno equivale a 30 anni terrestri. La tempesta più nota si è verificata nel 1933 e, secondo le previsioni, la prossima dovrebbe verificarsi nel 2020.
La sonda Cassini ha fornito immagini straordinarie di Saturno, rivelando un’emisfero settentrionale di un blu intenso. Questo colore non è visibile dalla Terra, in quanto è oscurato dagli anelli del pianeta. Si ritiene che la diffusione Rayleigh sia responsabile di questo affascinante colore. Inoltre, il vortice polare di Saturno è caratterizzato da temperature più elevate, una peculiarità che lo distingue rispetto agli altri pianeti del Sistema Solare, rendendolo il punto più caldo dell’intero pianeta.
Un curioso schema a forma di esagono è stato osservato attorno al vortice polare nord. La ragione dietro questa conformazione rimane misteriosa; gli astronomi ipotizzano che un pattern di onde stazionarie nell’atmosfera possa influenzare la sua forma, mentre altri ritengono che l’esagono stesso rappresenti un’innovativa aurora.