Ti sei mai chiesto perché questo gas incolore, inodore e insapore, noto per la sua non tossicità, prenda il nome di Elio? Il termine Elio deriva dalla parola greca Helios, che significa sole. È proprio nel Sole che questo elemento è stato scoperto per la prima volta. Nel 1868, il famoso scienziato francese Jules Janssen osservava un’eclissi solare totale. Durante questa osservazione, notò uno spettro giallo brillante e inizialmente pensò si trattasse di sodio. Tuttavia, fu Norman Lockyer a dimostrare che quella linea di pensiero non corrispondeva alla linea spettrale del sodio. Egli propose dunque che si trattasse di un nuovo elemento, identificandolo come Elio.
L’Elio è conosciuto come il secondo elemento più leggero e il secondo più abbondante dopo l’idrogeno. Nella tavola periodica, si trova all’inizio del gruppo dei gas nobili, con il numero atomico 2. Questo elemento possiede i più bassi punti di ebollizione e fusione tra gli altri gas. Diversamente dagli altri elementi, non si congela nemmeno a temperature prossime allo zero assoluto e rimane sempre in stato liquido a pressione normale.
Essendo più leggero dell’aria e non infiammabile, l’Elio viene comunemente utilizzato per gonfiare palloni e dirigibili. Ma, più precisamente, l’Elio ha un ruolo fondamentale nella produzione di combustibile per razzi, essendo usato per condensare idrogeno e ossigeno. Altri impieghi includono applicazioni con scanner MRI, processi di saldatura ad arco e la produzione di superconduttività in alcuni metalli. Quando viene miscelato con ossigeno, trova applicazione come aria artificiale per subacquei e per chi lavora sotto pressione.