Anche se Plutone non è più classificato come pianeta, rimarrà sempre nella nostra immaginazione collettiva come tale. La sua posizione nel freddo e scuro sistema solare esterno è vantaggiosa, poiché un avvicinamento al sistema solare interno trasformerebbe questo corpo celeste in una sorta di cometa, emettendo particelle e gas a causa del vento solare. Cosa compone Plutone e perché si comporta in questo modo?
Gli scienziati planetari hanno stimato che la densità di Plutone si aggira tra 1.8 e 2.1 g/cm3. Questa informazione consente di inferire che l’interno del pianeta nano possa essere composto da una percentuale compresa tra il 50-70% di roccia e il 30-50% di ghiaccio. Al suo interno ci sono anche elementi radioattivi in decadimento che riscaldano l’interno del pianeta nano, permettendo così a roccia e ghiaccio di muoversi continuamente.
Secondo le attuali conoscenze scientifiche, l’interno di Plutone potrebbe presentare un nucleo roccioso circondato da uno strato di ghiaccio. Se gli elementi radioattivi menzionati continuano a decadere, ciò potrebbe riscaldare Plutone a tal punto da far apparire il suo interno simile a un oceano liquido, paragonabile a quello di Europa, una delle lune di Giove.
La superficie di Plutone è caratterizzata da uno strato sottile di azoto, monossido di carbonio e metano. Quando Plutone si avvicina un po’ al sole, questi materiali evaporano e creano un’atmosfera che avvolge il pianeta nano. Al contrario, quando si raffredda e si allontana dal calore solare, questi elementi congelano e ricadono sulla superficie.