Nello studio del movimento dei corpi celesti, è fondamentale disporre di un metodo che guidi l’osservatore nella determinazione della posizione esatta delle stelle, identificandole con nomi specifici. Questo processo è realizzabile unicamente attraverso l’uso dell’azimut. L’azimut è definito come la misura degli angoli all’interno di un sistema di coordinate sferiche.
Questo angolo viene tracciato dal punto Nord fino all’oggetto che si sta osservando. Il “vertice” è rappresentato dall’osservatore sulla superficie terrestre. Così come nella trigonometria piana, dove si utilizzano le leggi del seno e del coseno per calcolare distanze e posizioni di un oggetto rispetto ai punti di riferimento circostanti, la trigonometria sferica opera secondo principi analoghi.
Tuttavia, l’azimut e l’altitudine necessari per il calcolo richiedono diversi fattori, come la posizione dell’osservatore e il momento preciso dell’osservazione. Questo è dovuto al fatto che la Terra ruota e orbita continuamente attorno al Sole, il che implica che la posizione degli oggetti celestiali non è statica. Un ulteriore elemento da considerare è che la superficie terrestre non è pianeggiante, e per questo alcuni corpi celesti possono apparire più lontani o più vicini, a seconda della localizzazione dell’osservatore.
Determinare l’azimut di un oggetto celeste, tenendo conto di questi fattori, può fornire una rappresentazione accurata della mappa delle stelle nello spazio esterno.