Il termine “baseline” in astronomia può assumere due significati distinti. Nel contesto generale dell’astronomia, la baseline è solitamente un punto di riferimento quando si misurano due o più valori. Questo è cruciale per l’interpretazione dei dati astronomici, poiché consente di escludere le variazioni che possono distorcere le misurazioni effettive, come ad esempio i dati delle righe spettrali.
D’altra parte, in radioastronomia, osservando un interferometro, la distanza specifica tra due antenne viene definita baseline. Questo aspetto è fondamentale nel campo dell’interferometria, che cerca di analizzare le proprietà delle onde attraverso la sovrapposizione. L’astronomico interferometro è lo strumento chiave per ottenere tale sovrapposizione. Inoltre, gli interferometri trovano applicazione anche in altri rami dell’astronomia, come l’astronomia ottica e quella infrarossa.
Una tecnica molto importante per la radioastronomia è l’Interferometria a Lunga Baseline (VLBI), che consente di combinare osservazioni simultanee da più sorgenti. Questo approccio rappresenta una valida alternativa all’utilizzo di un telescopio di dimensioni equivalenti alla somma di vari telescopi posti a massima distanza l’uno dall’altro. Così facendo, è possibile ottenere immagini dettagliate anche quando i telescopi sono separati da migliaia di chilometri, senza compromettere la qualità delle immagini.
La VLBI è principalmente impiegata per il tracciamento delle sonde spaziali e per l’imaging di sorgenti lontane in radio. Grazie all’assenza di limiti legati alla distanza, questa tecnica ha reso possibili molteplici scoperte astronomiche.