La declinazione del Sole rappresenta l’angolo tra i raggi solari e il piano equatoriale della Terra. Questo concetto è fondamentale per comprendere le cause delle stagioni, che variano da un paese all’altro: alcune nazioni sperimentano quattro stagioni distinte, mentre altre ne hanno solo due.
La rotazione dell’asse terrestre è inclinata di 23,5 gradi rispetto al piano solare. Questa inclinazione crea un contrasto stagionale tra l’emisfero settentrionale e quello meridionale. Quando l’emisfero nord si orienta verso il Sole, si verifica l’estate, mentre nell’emisfero sud inizia l’inverno. Dopo un ciclo di sei mesi, gli emisferi si invertono: l’inverno inizia nel nord, mentre il sud riceve la luce del sole estivo.
Durante l’anno, la declinazione solare subisce delle variazioni. Essa raggiunge lo zero durante l’equinozio di primavera, mentre durante il solstizio d’estate tocca il massimo di 23,5 gradi. Con l’arrivo dell’equinozio d’autunno, la declinazione torna a zero, per poi scendere a -23,5 gradi durante il solstizio d’inverno.
Proprio durante il solstizio d’estate, una regione specifica a nord del Circolo Polare Artico riceve luce solare per 24 ore, mentre l’Antartide è avvolta nell’oscurità totale per lo stesso periodo. Questo fenomeno illustra come le variazioni nella declinazione solare generino cicli annuali che si manifestano con il progredire delle stagioni. I cambiamenti nella declinazione hanno impatti diretti sull’altitudine del Sole e sulla durata del giorno.
Ogni giorno, a mezzogiorno nell’emisfero settentrionale, il Sole raggiunge la sua massima altitudine sopra l’orizzonte. Rispetto all’equatore celeste, il Sole ottiene la sua altitudine massima di 73,5 gradi durante il primo giorno d’estate, mentre durante il primo giorno d’inverno la sua altitudine minima è di 26,5 gradi.
In aggiunta, la declinazione del Sole influenza la durata della luce solare. Ancora una volta, in relazione all’equatore celeste, l’emisfero settentrionale sperimenta il giorno più lungo durante il solstizio estivo.