La radiazione cosmica di fondo, considerata una pietra miliare della teoria del Big Bang e una base fondamentale per la cosmologia, è diventata un elemento centrale nell’astronomia moderna. Inizialmente identificata come un’anomalia radiofonica e interpretata in termini di radiazione, questo fenomeno cosmico si osserva al meglio nello spettro delle microonde. L’aspetto distintivo di questa radiazione di fondo è chiaramente visibile nelle microonde.
La ricerca di questo fenomeno attraverso le microonde è un recente sviluppo nel campo dell’astronomia. L’integrazione delle microonde nelle equazioni ha permesso agli scienziati di risalire nel tempo per comprendere come si sia formata l’universo. È fondamentale ricordare che la luce può essere considerata sia come particella sia come onda, e durante il Big Bang tutto era inizialmente costituito da particelle cariche compresse. A causa della densità di queste particelle, la luce non poteva viaggiare a grandi distanze né velocemente, portando gli scienziati alla conclusione che l’universo fosse opaco.
Con l’espansione del Big Bang, le particelle cariche si sono allontanate l’una dall’altra e si sono fuse per formare atomi, consentendo alla luce di muoversi con maggiore rapidità e libertà. È qui che entra in gioco la teoria delle microonde; gli scienziati hanno ipotizzato che la luce generata durante il Big Bang abbia viaggiato ininterrottamente dal punto di origine, ovvero dal centro dell’universo. La radiazione uniforme che osserviamo è ipotizzata essere, in realtà, particelle provenienti dal Big Bang, che possiamo vedere mentre si allontanano dal punto di creazione.