In astronomia, i Troiani rappresentano un fenomeno affascinante e complesso. Questi piccoli corpi celesti, che possono essere pianeti minori o lune, orbitano in modo sincronizzato con un pianeta di maggiore dimensione oppure con un satellite. Ciò che li contraddistingue è la loro stabilità all’interno di punti specifici, noti come punti lagrangiani, che garantiscono che non vi sia collisione con il corpo principale durante la loro orbita.
I punti lagrangiani sono cinque, ubicati in posizioni strategiche nello spazio. Essi rappresentano le zone in cui le forze gravitazionali di due corpi massicci, come nel caso della luce solare e un pianeta, si equilibrano. Questo equilibrio consente a corpi più piccoli, come lune, pianeti minori e asteroidi, di mantenere una posizione relativamente fissa rispetto al pianeta, nonostante si muovano in orbite sincronizzate a causa delle interazioni gravitazionali con i massi circostanti. Tuttavia, solamente due dei cinque punti lagrangiani—L4 e L5—offrono stabilità sufficiente per permettere la raccolta di oggetti di piccole dimensioni, mentre i punti L1, L2 e L3 sono considerati instabili e portano a rapidi spostamenti di oggetti.
Tra i Troiani più conosciuti ci sono quelli scoperti attorno a Nettuno. La loro abbondanza è tale che si stima possano superare il numero degli asteroidi presenti nella Fascia degli Asteroidi, situata tra i pianeti interni ed esterni. Attualmente, si conoscono 6 Troiani nel punto L4 dell’orbita di Nettuno. Purtroppo, il numero esiguo di Troiani identificati è dovuto alla loro scarsa luminosità: essendo di dimensioni molto contenute e situati a grandi distanze dalla Terra e dal Sole, risultano difficilmente rilevabili. L’osservazione e lo studio di questi corpi celesti forniscono agli astronomi preziose informazioni sull’evoluzione dei pianeti e dei sistemi planetari, come nel caso del Sistema Solare.