Un radiometro è uno strumento fondamentale utilizzato per misurare diversi tipi di radiazione elettromagnetica, o energia, che presentano proprietà ondulatorie. Tutti gli oggetti che hanno una temperatura superiore allo zero assoluto sono in grado di irradiare questo tipo di energia nello spazio circostante. Questa affermazione vale anche per corpi celesti, come stelle e intere galassie. Per questo motivo, gli astronomi hanno sviluppato metodologie per misurare l’intensità della radiazione elettromagnetica emessa da oggetti astronomici, in un campo noto come Radiometria; e il radiometro è uno degli strumenti impiegati in questo ambito.
Attualmente, esistono diversi tipi di radiometri, ognuno con specifiche modalità di rilevamento e misurazione delle lunghezze d’onda elettromagnetiche; tuttavia, il modello più conosciuto rimane il radiometro di Crookes. Progettato nel 1873 da un fisico di nome Edward Crookes, questa versione è tra le prime mai utilizzate. È composto da uno spindle dotato di un rotore e un insieme di pale all’interno di un parziale vuoto. Le pale, verniciate in argento da un lato e in nero dall’altro, ruotano quando esposte alla luce. Questo movimento è comunemente spiegato dai fisici come il risultato del calore generato dall’assorbimento della parte neradrizzata delle pale dai fotoni della luce. Il radiometro di Crookes è utilizzato per fornire una misurazione quantitativa della radiazione elettromagnetica. In linea di principio, maggiore è l’intensità della luce che colpisce le pale, più veloce sarà la rotazione.
Tuttavia, sebbene il radiometro di Crookes sia ancora molto apprezzato, il suo uso è stato progressivamente soppiantato da modelli più recenti, come il radiometro MEMS e il radiometro Nichols, che si rivelano più versatili e sensibili nella misurazione della radiazione elettromagnetica.