Un momento ideale per osservare le stelle è durante una notte senza luna, in una località con livelli minimi di inquinamento luminoso e foschia atmosferica. Quando osserviamo le stelle, lo facciamo in base alla loro magnitudine apparente, ovvero la luminosità che percepiamo ad occhio nudo. In astronomia, questa energia radiante è misurata in termini di luminosità, definita come la quantità di energia che una stella emette ogni secondo, spesso espressa in joule al secondo o watt.
La luminosità può essere interpretata in due modi distincti. La manifestazione più comune di questo fenomeno si verifica quando osserviamo le stelle di notte. Le stelle emettono luce nella parte visibile dello spettro elettromagnetico, permettendo agli osservatori di vedere le stelle semplicemente alzando lo sguardo verso il cielo. L’altra manifestazione, la radiazione, non è facilmente osservabile, ma contribuisce ugualmente all’energia totale emessa da una stella. Gli astronomi calcolano la luminosità utilizzando sia la magnitudine apparente che quella bolometrica di una stella.
La luminosità di una stella fornisce agli astronomi informazioni sulle sue diverse caratteristiche. Utilizzando questo parametro, è possibile determinare la temperatura di una stella o il suo grado di calore, la sua dimensione e la sua capacità di supportare forme di vita, proprio come il nostro Sole. L’energia emessa da una stella svolge un ruolo cruciale nel nostro attuale livello di comprensione del cosmo.