Nell’astronomia, i cinque pianeti conosciuti dall’umanità prima delle osservazioni scientifiche formali sono considerati i pianeti classici. Questi corpi celesti, visibili ad occhio nudo, hanno da sempre affascinato gli osservatori del cielo. Tra questi, Urano, anche se scoperto in epoca successiva, può essere osservato senza il supporto di un telescopio. Tuttavia, la sua debole luminosità e il suo movimento peculiare hanno portato a fraintendimenti riguardo alla sua natura. Questo pianeta, settimo nel Sistema Solare e il cui nome deriva dalla divinità greca del cielo, rappresenta un’importante pietra miliare nella storia dell’astronomia, poiché gli antichi non erano a conoscenza della sua esistenza come pianeta.
La scoperta di Urano avvenne nel 1781 ad opera dell’astronomo britannico William Herschel. Prima di questa scoperta, John Flamsteed, il primo Astronomo Reale, aveva osservato il pianeta, catalogandolo come parte di una costellazione (specificamente 34 Tauri). In realtà, diversi anni prima, Pierre Lemonnier in Francia aveva osservato Urano almeno dodici volte, senza però capire completamente la sua vera natura.
Nel marzo del 1781, Herschel osservò il pianeta scambiandolo inizialmente per una cometa o una stella fissa. Dopo aver esaminato attentamente i suoi dati, presentò le osservazioni alla Royal Society, sostenendo di avere scoperto una cometa. La sua osservazione implicava che questa cometa avesse caratteristiche peculiari simili a quelle di un pianeta. Herschel comunicò poi a Nevil Maskelyne, l’allora Astronomo Reale, riguardo la sua scoperta, venendo indicato che ciò che sembrava una cometa avrebbe potuto essere un pianeta, data l’assenza di una coda e il suo comportamento anomalo. Nonostante le congetture di vari astronomi sul fatto che potesse trattarsi di un pianeta, furono necessari ulteriori due anni prima che Herschel accettasse ufficialmente che la cometa era in realtà un pianeta primario. Così, Urano divenne il primo pianeta scoperto oltre i cinque pianeti classici.