Le stelle e gli oggetti celesti si trovano a distanze enormi dalla Terra. A differenza dei viaggi sulla terraferma, che possono essere misurati con facilità in chilometri o miglia, le distanze cosmiche richiedono un’unità di misura completamente diversa. Il termine utilizzato per quantificare queste immense distanze è anno luce. Un anno luce corrisponde a meno di dieci trilioni di chilometri, una cifra davvero impressionante.
Nella sua definizione tecnica, l’Unione Astronomica Internazionale (IAU) stabilisce che un anno luce corrisponde alla distanza percorsa dalla luce nel vuoto, utilizzando il calendario giuliano come riferimento temporale. È importante notare che l’anno giuliano non è equivalente all’anno gregoriano, che usiamo comunemente, e l’IAU ha pubblicato delle costanti che lo accompagnano. L’anno luce è considerato l’unità ufficiale su scala galattica, anche se in alcune pubblicazioni e in astrometria si preferisce ancora l’uso del parsec.
Per facilitare la comprensione delle enormi distanze, possiamo utilizzare i prefissi kilo-, mega- e giga- per indicare valori di distanza molto grandi. Questa unità di misura rappresenta la distanza tra l’osservatore e un corpo celeste, oppure tra i corpi celesti presenti nello stesso sistema stellare. Comprendere come misurare queste vastità ci permette di apprezzare non solo le dimensioni dell’universo, ma anche la nostra posizione all’interno di esso.